lunedì 29 dicembre 2014

TERRITORIO AB-USATO


Mentre l’amministrazione comunale di San Salvatore Telesino dovrebbe far procedere l’iter di definizione del PUC, con l’obiettivo dichiarato, fra gli altri, di tutelare il territorio dalla speculazione edilizia e dalle devastazioni ambientali (linee guida del PUC), il Responsabile del procedimento in materia di Tutela Paesaggistica, nominato con delibera di Giunta Comunale n. 141 del 27/12/2013, recependo i pareri positivi della Commissione Locale per il Paesaggio (costituita con deliberazione del Consiglio Comunale n. 20 del 22/07/2013), e della Soprintendenza ai Beni Architettonici, per il Paesaggio e per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico delle province di Caserta e Benevento, ha dato il definitivo via libera a tre nuove costruzioni in località Acqua Fetente, a meno di 150 metri dal torrente Grassano, con impatto anche sul Parco, di cui due su aree già alienate dallo stesso Comune nel 2012 con le delibere comunali n. 18 del 30.04.2011 e n. 41 del 30.09.2011.


E il tutto in conseguenza diretta della assai discutibile variante al PRG vigente approvata con le delibere di Consiglio Comunale n. 14 dell’11.04.2011 e n. 27 del 12.08.2011.
Aspettiamo di sapere quanti posti di lavoro avremo in cambio del sacrificio di un altro pezzo di territorio che era stato destinato a verde pubblico, peraltro a ridosso del Rio Grassano, da cui il nome della edificanda struttura (Residence Rio Grassano), con impatto anche sul Parco di proprietà comunale.

Dobbiamo poi presumere che a breve inizieranno i lavori dei due fabbricati sulle aree vendute nel 2012 dal comune di San Salvatore Telesino per coprire gli ormai “famosi” buchi di bilancio.

Tutti i suddetti interventi approvati in località “acqua fetente” non rispettano i vincoli imposti dal PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale), al quale lo strumento urbanistico comunale si dovrebbe obbligatoriamente adeguare, con particolare riferimento al corridoio ecologico che si estende da Monte Acero fino al Grassano comprendendo anche la Rocca e Monte Pugliano.

Intanto, anche l’ “area industriale” (diffusa) di San Salvatore, in attesa del “nuovo PUC”, si “arricchisce” di altri quattro nuovi capannoni (di cui uno in costruzione e altri tre recentemente autorizzati), mentre in località Selva di Sotto, come risulta nella richiesta di verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale, pubblicato sul sito della Regione Campania, di cui all’avviso pubblicato sul sito del Comune, vedremo forse “spuntare” un “centro di raccolta per la messa in sicurezza, la demolizione, il recupero dei materiali e la rottamazione di veicoli a motore fuori uso”, cioè un impianto molto inquinante proposto dalla ditta individuale Autodemolizione Flash di Novellino Franco, anch’essa con sede legale in Napoli, e che già gestisce un analogo centro di rottamazione auto nel comune di San Giorgio a Cremano. Evidenziamo che, diversamente da quanto dichiarato nell’avviso, la documentazione di progetto non è disponibile sul sito della Regione (forse era il caso, prima di pubblicare l’avviso sull’Albo Pretorio on-line del comune di San Salvatore Telesino, di verificare la sussistenza e la completezza di quanto dichiarato nella richiesta).

Per questo progetto ci è stato riferito che è stato già inviato al competente ufficio della Regione Campania un parere negativo a firma del sindaco e dei responsabili dell’Ufficio Tecnico e del SUAP, ma questo parere, da solo, potrebbe non essere sufficiente a bloccare l’iter autorizzativo dell’intervento.

Si parla poi di una pista di go-kart sempre in località “Acqua fetente”, in adiacenza al Parco del Grassano, che avrebbe un impatto fortemente negativo sull’attrattiva di questa struttura. Anche questo progetto, secondo quanto dichiarato dagli uffici comunali competenti (SUAP e Area Tecnica), sarebbe stato per il momento bloccato.

Dobbiamo tuttavia ricordare che, secondo il vicesindaco Iacobelli, a dispetto di quanto stabilito dal Consiglio Comunale con le già citate linee di indirizzo, il prossimo PUC dovrà garantire “opportunità di sviluppo” e un “uso democratico del territorio”!

La nostra impressione è che ci siano delle pressioni per spingere le “cose” in questa direzione - e dunque verso l’abuso piuttosto che verso la tutela del territorio e del paesaggio - e che però, anche all’interno della stessa Amministrazione, ci siano idee diverse in proposito.

E’ forse questo che fa andare avanti “a strappi” la procedura per il nuovo strumento urbanistico, ormai avviato oltre 8 anni fa? Di fatto non è stato convocato nessun altro incontro con i cittadini / i tecnici / le associazioni per proseguire il prescritto confronto propedeutico alla redazione del PUC, necessario anche per correggere al più presto i punti critici del vigente PRG che, come stiamo vedendo, continua a produrre scempi territoriali di nessuna utilità generale.

Si riuscirà ad avere un piano condiviso entro la scadenza dei termini imposti dal Regolamento di Attuazione per il governo del territorio (Regolamento n. 5 del 4.08.2011 – articolo 1 – comma 3, come modificato con deliberazione della Giunta Regionale n. 605 del 20.12.2013) per l’adeguamento al PTCP?

Sono state recepite le osservazioni che chiedevano l’abbandono dell’impianto di PUC proposto dal prof. Ferrigni basato sull’autoregolamentazione e sui carichi urbanistici (di fatto il metodo “Telese”) a favore delle prescrizioni sugli indici di fabbricabilità e sulle distanze?

Esiste un’ipotesi di zonizzazione che recepisca anche le osservazioni, largamente condivise, sui vincoli indicati dal PTCP e riguardo al sostanziale blocco dell’edificazione di nuovi capannoni, al ridimensionamento e alla revisione della c.d. “Zona industriale” (in realtà “agricola a vocazione artigianale”) che, nel frattempo, continua anche ad essere oggetto di richieste di installazione di qualunque tipo di impianti?

Non si può pensare che a queste e ad altre domande si possa rispondere utilmente solo negli ultimi giorni della procedura se non per tirar fuori l’abusata e strumentale risposta: “è ormai troppo tardi”!
Come abbiamo più volte e chiaramente affermato, se davvero si vuole tutelare con atti concreti il nostro territorio, è necessario e urgente bloccare subito ogni ulteriore consumo di suolo, per nuovi edifici residenziali o per attività produttive, per favorire invece il recupero, il riutilizzo o il completamento degli edifici già costruiti e inutilizzati e di quelli già in costruzione.



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